Turismo: Cosa vedere in città
Villa Casati, Stampa di Soncino |
Piazza Matteotti, 1 [Mappa] |
Storia
La prestigiosa villa ha origine intorno alla fine del XV secolo quale residenza estiva dei Casati, una ricca e nobile famiglia guelfa milanese. Nel 1798 Agostino Casati (1739-1820), II Conte Casati, ex Ciambellano imperiale, per il rinnovo di questa sua dimora estiva affida l’incarico all’architetto austriaco Leopold Pollack già autore di Villa Barbiano di Belgiojoso d’Este, poi Reale e del Teatro Filodrammatici a Milano. La costruzione, nel corso dell’Ottocento, è pervenuta per eredità ai nipoti di Agostino: Teresa, Gabrio, Angelo e Camillo Casati, figli orfani del fratello Gaspare (1756-1808) e successivamente ai loro discendenti; infine, nel 1975, l’Amministrazione Comunale l’ha simbolicamente acquistata dalla nobildonna Anna Maria dei marchesi Casati Stampa di Soncino in Donà dalle Rose (Roma, 1951), ultima discendente in vita della storica dinastia. Oggi Villa Casati Stampa di Soncino è la sede municipale.
Architettura
La neoclassica Villa Casati Stampa sorge su una preesistente struttura cinquecentesca di cui conserva come avancorpo l’ala anteriore a porticato.
La concezione progettuale della villa, mirabile capolavoro di architettura Neoclassica, s’imposta su un prisma rettangolare, da cui sporge, al centro di uno dei lati maggiori, un cilindroide a base ellittica coronato da una cupola colonnata.
La sua tipologia deriva dall’arte barocca tradizionale e richiama modelli francesi e viennesi
Complementare alla Villa, realizzato su disegno dell’architetto Leopold Pollack, l’ampio parco pittoresco o all’inglese di 23.000 m² presenta una ricca vegetazione d’alto fusto; divenuto pubblico nel 1964, ci appare oggi molto alterato nell’impianto.
Mausoleo Casati, Stampa di Soncino |
Piazzale Rimembranze [Mappa] |
Storia
Il Mausoleo, collocato all’interno del cimitero urbano, ospita i sepolcri di molti componenti della nobile famiglia Casati, tra cui quelli di Teresa Casati (1787-1830), Federico Confalonieri (1785-1846), Gabrio Casati (1798-1873), Angelo Casati (1802-1846), Camillo Casati (1805-1869), Luigi Agostino Casati (1827-1881), Rinaldo Casati (1844-1898), Camillo Casati Stampa di Soncino (1877-1946), Alessandro Casati (1881-1955), Alfonso Casati (1918-1944), Camillo Casati Stampa di Soncino (1927-1970) e Anna Fallarino, Casati Stampa di Soncino (1929-1970), questi ultimi noti alla cronaca per il Delitto di via Puccini.
Palazzo Isimbardi |
Via San Rocco, 2 [Mappa] |
Storia
Fu l’abitazione di villeggiatura, nel XIX secolo, dei Marchesi Isimbardi.
In una delle stanze dell’edificio, durante le festività natalizie del 1849, si spegne improvvisamente Maria dei marchesi Isimbardi (nata nel 1827), figlia di Don Pietro Isimbardi (1799-1878) e di Luigia dei marchesi Litta Modignani; giovane sposa di Giovanni D’Adda (1808-1859), Marchese di Pandino e madre di Emanuele D’Adda, ultimo discendente delle due nobili casate. Le spoglie della nobildonna, sono poi tumulate nella Cappella Vela di Villa Borromeo d’Adda in Arcore, appositamente edificata per custodirle.
Architettura
L’immobile ha particolare interesse architettonico perché villa del XVIII secolo (su una trave del sottotetto vi è incisa l’annata della probabile edificazione: 1783), a due piani con portico centrale a tre fornici (volte a crociera) e due colonne in pietra; i corpi di fabbrica laterali conferiscono all’edificio una tipologia ad “U”. Sul piano di campagna, oltre il triportico è collocato il Salone di Ricevimento con magnifico soffitto affrescato d’ispirazione neoclassica (figure ed anfore), altre sale ed anditi adiacenti presentano affreschi “a grisaille” giunti ai giorni nostri in un ottimo stato di conservazione. Sul piano nobile, di notevole interesse, si trova in posizione centrale il vasto Salone delle Feste, l’odierna Sala di rappresentanza della Città. Il nome del progettista non è noto.
Palazzo Brusa |
Via San Rocco, 8 [Mappa] |
Architettura
Attiguo a Palazzo Isimbardi, il palazzo Brusa realizzato sul finire del XVIII secolo, inglobando una preesistente costruzione risalente probabilmente al 1400. Caratteristiche del complesso sono la vasta corte interna a pianta quadrata, un vano, al piano terra, con otto colonne isolate e volte a crociera ed altri spazi chiusi un tempo destinati a scuderie per i nobili Isimbardi.
Santuario Beata Vergine Addolorata del Castano |
Viale del Castano, Via Libertà, 9A [Mappa] |
Storia
La chiesa, dono del conte Giuseppe Bolagnos alla popolazione di Muggiò, si edifica agli inizi Settecento sul luogo della primitiva cappella votiva, sorta nel XVI secolo in seguito ad un evento straordinario. Questo importante Santuario mariano di plurisecolare devozione viene ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa di Roma e consacrato il 29 giugno 1937 dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster e papa Pio XI(al secolo Achille Ratti da Desio) concede nuove indulgenze. Nell’ottobre 1945, qui vi si celebra una Santa Messa solenne alla quale partecipano clero, autorità locali, reduci di guerra e tutta l’intera popolazione, la chiesa è infatti tra quelle “poche elette” dall’arcidiocesi di Milano a svolgere speciali funzioni di ringraziamento alla cessazione del Secondo conflitto mondiale.
Lungo il percorso sono stati recentemente collocati 61 cippi in pietra con targhe nominali a ricordo dei sessantuno muggioresi caduti durante la Grande Guerra (1915-1918).
Architettura
Chiesa in stile barocco.
Cappella di San Rocco |
Via Mazzini, angolo Via XXV aprile [Mappa] |
Storia
L’edificio era una cappella campestre, dei Sancti Rochi Campestris. La costruzione fu iniziata nel 1524 ed intitolata al protettore degli appestati.
Palazzo Taccona, Bertoglio D’Adda |
Piazza Don Giovanni Minzoni, 10 [Mappa] |
Storia
Sulla data della sua costruzione esistono non poche perplessità; la tradizione vuole che il palazzo sia stato costruito, per volere dei Marchesi Taccona, sul fine del XVII secolo o all’inizio di quello successivo passando poi nelle mani dei marchesi d’Adda. Inoltre la proprietà risulta appartenente a tre sorelle: Annunciata, Teresa ed Alfonsa Palazza; quindi già all’inizio del ‘700 la famiglia Taccona aveva abbandonato, e per sempre, il luogo a cui resterà indelebilmente legato il suo nome.
A chi è dunque possibile ascrivere l’edificazione di questo poderoso edificio? Ercole Silva, noto per le sue pubblicazioni sui giardini e ancor più per averne realizzati alcuni di grande suggestione tra cui quello di Villa Ghirlanda Cinisello, nel 1813, attribuisce alla famiglia Bertoglio tale merito; in verità risulta difficile comprendere come ciò sia potuto accadere se non ammettendo che il Conte Giuseppe Bertoglio, acquista la proprietà intorno alla metà del ‘700, abbia provveduto alla realizzazione del nuovo prestigioso edificio sulle fondamenta di quelle esistenti. In effetti, il 1754 potrebbe essere la data del passaggio di consegne tra le sorelle Palazza, per il catasto ancora possidenti il 15 luglio 1754, e il Conte Bertoglio, in quello stesso anno insignito del l’onere di conservare e restaurare l’oratorio dei Santi Re Magi, la cappella nobiliare del palazzo.
Architettura
E’ un imponente residenza nobiliare della seconda metà del XVIII secolo. Come documentato dal Catasto Teresiano, sull’area attualmente occupata dall’attuale edificio era presente una villa di proprietà dei conti Taccona. Inizialmente la costruzione si presentava a tre piani, mentre l’ultimo piano sembrerebbe essere il risultato di un sopralzo effettuato verso la fine dell’Ottocento. L’edificio presenta una forma ad “U” e si ispira alle cosiddette ville di delizia tipiche della Lombardia del Settecento. La presenza di due pilastri in pietra lungo l’attuale asse viario prospiciente l’edificio, delimitanti la cancellata d’ingresso, sono significativi dello schema progettuale basato su un asse centrale prospettico che mette in comunicazione la strada con il giardino e i restanti spazi interni. Purtroppo, il successivo sviluppo caotico dell’attuale abitato non permette un’immediata lettura della struttura dell’edificio rispetto all’ambiente circostante. Nella struttura, in posizione centrale, un profondo portico, rivolto verso il cortile, dà accesso allo scalone d’onore che conduce al piano nobile. L’edificio conserva anche la cappella gentilizia dedicata ai Santi Magi. Coi lavori di ristrutturazione d’inizio secolo è andato purtroppo perduto il secolare giardino alberato a pianta quadrangolare posto sul retro del palazzo.
Oratorio dei Santi Re Magi |
Via Confalonieri, 2 [Mappa] |
Storia
Collocato nell’ala orientale di Palazzo Taccona, degno di nota è il piccolo Oratorio dedicato a Santi Re Magi. Questa graziosa chiesina, fulcro storico-religioso della frazione di Muggiò, sostituisce la cappella campestre dedicata a Santa Margherita, eretta sempre per devozione da Don Baldassare Taccona e andata perduta alla fine del XVI secolo. Al suo interno sono custoditi due bassorilievi ovali raffiguranti i nobili proprietari del Palazzo e, una pregevole pala d’altare “l’Adorazione dei Magi”; nell’impianto iconografico della tela settecentesca compaiono alcune figure estranee allo storico evento, in primo piano una bimba, forse la figlioletta dei Conti, che offre dei doni alla Sacra Famiglia; in un angolo fa capolino il ritratto della contessa. Durante alcuni restauri, sotto il suo piano di calpestio, è stato rinvenuto un sepolcro coi resti di una dodicenne; corrispondenti probabilmente all’unigenita erede, prematuramente scomparsa, la cui morte ha decretato la fine del casato dei Taccona.
Santuario Madonna delle Grazie, già Santa Giuliana Vergine Martire |
Via Confalonieri 52*, [Mappa] |
Storia
Attorno a questo semplice oratorio per almeno otto secoli si è stretta la piccola comunità residente nell’insediamento rurale che dalla santa ha preso il nome: La cascina Giuliana.
Tra alti e bassi, devozione e trascuratezza è giunto fino a noi carico di storia, ed ha il privilegio di essere con ogni probabilità l’edificio più antico che Muggiò conservi.
Non è dato sapere quando il sacello fu edificato; nei lavori di restauro eseguiti alla metà degli anni ’60 è stato trovato un mattone quadrato anteriore probabilmente all’anno mille, ma è solo dalla fine del XIII secolo che la sua esistenza è costantemente ribadita in tutti i documenti ecclesiali riguardanti la città.
Nel Liber Sanctorum Mediolani scritto da Goffredo da Bussero proprio sul finire del 1200, quando Muggiò era ancora chiamata Migioe, la Chiesa dedicata a S.Giuliana è citata per la prima volta. Da allora per quasi tre secoli, nessun’altra informazione: una fitta nebbia che si dirada solo nel 1567 grazie a padre Leonardo Clivone, l’inviato di S.Carlo Borromeo, che con ogni dettaglio e per primo alzò il velo sull’architettura ecclesiastica muggiorese. Ad onor del vero non si può affermare che il piccolo centro fosse dotato di architetture di prestigio, impensabili dato le condizioni economiche del tempo, ma è proprio nella semplicità che più profondamente si esprime la fede.
E’ del 1750 la concessione per la realizzazione di una piccola sagrestia mentre da un documento del 1754 veniamo a conoscenza dell’esistenza di un piccolo cimitero proprio di fronte alla cappella. Solo cinque anni dopo l’oratorio di S.Giuliana rischiò di scomparire per sempre: infatti il 25 gennaio 1759 il Giureconsulto Giovanni Francesco Lambertenghi priore del Luogo Pio di S.Giuseppe a nome della sua congregazione ne chiese la sconsacrazione.
Stanchi di sostenere le spese per il mantenimento della chiesetta ed adducendo scuse più o meno credibili i deputati della scola proposero che tutte le funzioni fossero celebrate nell’oratorio dei Santi re magi a Taccona rendendosi disponibili a ricompensare l’allora Conte Bertoglio con la cessione della secolarizzata chiesa di S.Giuliana, fornendo un compenso per la manutenzione dei Santi Re Magi e proponendosi di fornire in quest’ultima dei monumenti che si sarebbero resi necessari.
Forse imprevista ma durissima la risposta del Curato di Muggiò Carlo Annone che in dieci punti demolì le richieste del Lambertenghi, ottenne che l’oratorio giungesse fino ai nostri giorni pur subendo nei due secoli successivi lo scorrere degli eventi; già malandata all’inizio del nostro secolo patì lo scempio di essere trasformata in deposito delle truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale quando occuparono tutta la cascina Santa Giuliana e piazzarono le batterie antiaeree. Bisognerà aspettare i primi anni settanta per assistere alla rinascita dello storico edificio.
Architettura
Sorge presso la cascina di Santa Giuliana e risale al XIII secolo. Nel 1965 a lavori di restauro ultimati, l’antica ed umile costruzione presenta un nuovo assetto: un piccolo vano diametralmente opposto alla sacrestia già esistente, completa la pianta a croce latina, un pronao in mattonato composto da quattro snelle colonne adorna la facciata. Un documento del 1754, attesta l’esistenza di un minuscolo camposanto antistante la chiesetta. L’interno conserva l’antico soffitto a cassettoni e tre dipinti settecenteschi raffiguranti San Carlo, San Giuseppe e Santa Giuliana Vergine Martire. I restauri inoltre, portano alla luce reperti archeologici (fittili) anteriori all’XI secolo (asportati), ciò fa pensare che il monumento più antico della città abbia un’origine ancor più remota.
Parco Grugnotorto Villoresi |
Via Legnano, 20 [Mappa] |
Storia
L’ambito territoriale di Muggiò è stato in parte progettato alla fine degli anni settanta dall’architetto milanese Maurice Munir Cerasi; è l’ultimo serbatoio di grandi spazi inedificati (7.000.000. di m2. circa) tra Muggiò, Nova Milanese, Varedo, Paderno Dugnano, Cusano Milanino e Cinisello Balsamo.
Canale Villoresi |
Corso Milano [Mappa] |
Storia
Il canale prende il nome dal suo progettista, Eugenio Villoresi.
I lavori di realizzazione cominciarono nel 1877 e vennero completati nel 1890, nel territorio muggiorese iniziarono nel 1886.
Il canale attraversa il Comune di Muggiò dal km 58 al km 60 circa.
Il canale Villoresi si estende per 86 km dal Ticino all’Adda e irriga un bacino di 85.000 ettari attraverso 120 bocche che alimentano i rami secondari.
E’ la più grande opera idraulica ancor oggi esistente in Lombardia.
Bosco in Città |
Via Montegrappa 33, [Mappa] |
Storia
Si realizza seguendo le indicazioni planimetriche progettuali dell’architetto Gloria Crovi nei recenti anni 2006-2007, è un vasto spazio verde collocato a nord-ovest della città alle spalle della Residenza Sanitaria per Anziani “Corte Briantea”.